06 settembre, 2022

Antiche e nuove nevrosi.

 


Sindrome da Superbonus 110%: potrebbe esistere?

 di Salvatore Capodieci*

 In psichiatria, a fianco delle sindromi ufficiali che si trovano nel DSM-5-TR, ovvero nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali arrivato quest’anno al Testo Revisionato della quinta edizione, si trovano numerose sindromi prese da altri contesti.

Alcune fiabe, ad esempio, sono state utilizzate da psichiatri e psicologi per denominare una serie di patologie come la sindrome di Peter Pan (che riguarda gli adulti che rimangono immaturi tutta la vita), il complesso di Cenerentola o del principe azzurro(in caso di donne che dipendono dagli uomini a livello relazionale), la malattia della Bella Addormentata (riferita a chi soffre di gravi disturbi del sonno come la narcolessia), la sindrome di Raperonzolo (consistente nell’impulso non volontario di mangiarsi i capelli, detto tricofagia) o la sindrome di Pinocchio che riguarda i bugiardi cronici.

La sindrome di Otello consiste nella forte convinzione di essere vittime di un tradimento da parte del proprio partner, nonostante non ci sia nessuna evidenza in merito, mentre la sindrome di Stendhal è una sorta di malessere diffuso che si sperimenta davanti ad opere d’arte particolarmente evocative. Deriva dal nome dello scrittore francese Stendhal (1783-1842) che, durante la visita alla basilica di Santa Croce a Firenze, era stato colpito da una crisi che l’obbligò a uscire dalla chiesa per potersi riprendere dalla crisi vertiginosa che quel luogo d’arte gli aveva procurato.

Simile, anche se opposta nelle cause, è la sindrome di Parigi, che è dovuta all’immagine che Parigi ha in Giappone, dove si nutrono delle aspettative esageratamente elevate. Iviaggiatori giapponesi,appassionati degli aspetti artisticidella capitale francese, una volta arrivati a Parigi hanno un profondo senso di delusione, allucinazioni, deliri di persecuzione, derealizzazionee manifestazioni psicosomatiche come stordimento, tachicardia e sudorazione.

La sindrome di Cassandra, infine, è una sindrome caratterizzata da previsioni apocalittiche che porta a prevedere costantemente disgrazie per sé o per altri.È probabile che quest’ultima sindrome sia presente nei familiari, coniugi o amici di chi soffre di questa nuova sindrome di cui tratterò in questo articolo: la sindrome da Superbonus 110%.

Non farò riferimento a chi ha potuto utilizzare la legge n. 77/2020 per le seconde case, per le case che usa nei luoghi di vacanza o per chi è stato ospitato durante i lavori di ristrutturazione da un familiare o da amici, ma espressamente a chi ha vissuto osta vivendo nella propria casa mentre vengono effettuati i lavori di ristrutturazione previsti dal Superbonus.

La mia idea nasce dal fatto che nell’ultimo anno sono stato consultato da numerosi pazienti affetti da una serie di sintomi che presentavano delle analogie e ho pensato, allora, che sarebbe stato utile organizzare dei criteri diagnostici per cercare di definire meglio questa nuova sindrome.

L’esposizione ha il limite di fare riferimento a un campione limitato di soggetti, anche se accresciuto da notizie ricevute da vari conoscenti; rimane, pertanto, un’occasione di riflessione per chi abbia vissuto esperienze ed eventi stressanti correlati o secondari alla legge n. 77/2020.

 

Definizione

 

Nella sindrome da Superbonus 110% le persone vivono un preciso evento traumatico e possono sperimentarlo sia direttamente (per esempio, i lavori si fermano per mesi o insorge il rischio che il bonus 110% non venga erogato) sia indirettamente (per esempio, dopo poco tempo che hanno iniziato i lavori vengono a conoscenza, da parte di familiari e amici o leggendoli su Internet,di racconti o testimonianze che riportano che le risorse stanziate per il Superbonus 110% siano ormai terminate o che gli istituti finanziari non accettano tali crediti d’imposta, in quanto avrebbero già raggiunto la loro massima capienza fiscale). I soggetti affetti da questa sindrome hanno pensieri ricorrenti riguardanti i lavori di ristrutturazione con il timore che possano un giorno fermarsi, evitano di guardare la propria casa incapsulata dai ponteggi perché questa visione può accentuare questo timore, hanno frequentemente un aumento del livello d’ansia. I sintomi compaiono entro 4 settimane dell’inizio dei lavori e durano dai 3 giorni a non più di 1 mese.


Diagnosi del disturbo

 

Criteri clinici

Per soddisfare i criteri per la diagnosi di sindrome da Superbonus 110%, i pazienti devono essere stati esposti direttamente o indirettamente all’evento traumatico, e presentare almeno otto dei seguenti disturbi per un periodo che va da 3 giorni fino a 1 mese:

·    Ricorrente, involontario e invadente ricordo angosciante relativo al momento in cui si sono fatti convincere a presentare la domanda per il Superbonus 110%: durante la riunione di condominio, ascoltando le parole del coniuge, di un altro familiare o un amico che li hanno convinti a intraprendere questa iniziativa.

Sogni inquietanti ricorrenti che riguardano alcuni eventi, come ad esempio:

 

·       i ladri, facilitati dall’impalcatura, entrano in casa quando si è fuori per lavoro o per le ferie;

     .      intolleranza al caldo estivo a causa del fatto che per lavorare sulle terrazze gli operai hanno scollegato i motori dell’aria condizionata;

 

·       la ditta può fallire e i ponteggi rimangano abbandonati per anni rivestendo la casa che resterebbe così oltre che esposta ai furti anche privata dell’illuminazione solare;

 

·       non vengono erogati i fondi previsti e si finisce in povertà dovendo pagare di tasca propria le spese di ristrutturazione.

 Reazioni dissociative in cui le persone sentono che l’evento traumatico diventa ricorrente, ad esempio pensano di dover ripetere tutto l’iter per un errore burocratico o amministrativo.

 

·       Sofferenza psicologica intensa quando torna alla mente l’evento (per esempio, quando si vedono case in costruzione o se si leggono racconti di vicende simili).

 

·    Persistente incapacità di provare nuovamente emozioni positive (per esempio, felicità, soddisfazione, desiderio di intraprendere qualche iniziativa).

 

·       Impossibilità di ricordare una parte importante relativa alla procedura di richiesta del superbonus.

 

·       Sforzi per evitare angoscianti ricordi, pensieri o sentimenti associati alla domanda di superbonus.

 

·   Sforzi per evitare sollecitazioni esterne (persone che parlano del Superbonus 110%, luoghi che ricordano come era la propria abitazione prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, conversazioni in cui si parla di detrazioni fiscali, oggetti come tapparelle, pannelli solari, videocitofoni, ascensori, ecc.) associate all’evento.

 

·       Disturbi del sonno.

 

·   Irritabilità o scoppi d’ira in particolare verso i familiari o i conoscenti che avevano incoraggiato l’iniziativa del Superbonus 110% oppure verso l’amministratore di condominio.

 

·       Ipervigilanza.

 

·       Difficoltà di concentrazione.

 

·       Esagerata risposta di allarme verso situazioni che ricordino tutto l’iter legato al Superbonus 110%.

 



Trattamento della sindrome da Superbonus 110%

 

Trattandosi di una sindrome molto recente e ancora ipotetica non esistono sufficienti studi scientifici che possano confermare l’efficacia dei trattamenti. Si forniscono pertanto solo degli utili suggerimenti.

 

Il debriefingo colloqui di supporto

Molti soggetti guariscono quando vengono mostrate loro comprensione ed empatia e gli viene data l’opportunità di descrivere l’evento e come hanno reagito allo stress causato da quest’ultimo; i colloqui debbono essere effettuati da professionisti: psicoterapeuti o psichiatri.

Per prevenire o minimizzare questa sindrome nelle persone che sono state coinvolte, può essere utile un debriefing sistematico di tutti gli avvenimenti che hanno portato alla sindrome. Alcuni studi hanno evidenziato però che il debriefing può essere piuttosto stressante per alcuni soggetti e quindi è necessario che sia condotto da persone competenti.

 

Trattamento farmacologico

I farmaci per aiutare il sonno possono essere utili, altri farmaci sono indicati solo nel caso in cui la sindrome si cronicizzi.

 

Cura di sé

La cura di sé è fondamentale e può essere suddivisa in 3 componenti:

 

·       Sicurezza personale

-       Dopo un episodio traumatico relativo alla sindrome da Superbonus, le persone saranno in grado di processare l’esperienza quando sapranno che loro e i loro cari sono al sicuro nella propria casa. Può essere difficile, tuttavia, ottenere la completa sicurezza quando subentrino procedimenti giudiziari prolungati che accentuino il senso di precarietà personale. Durante tali continue difficoltà, le persone devono cercare la guida di esperti che possano aiutare loro e i propri cari a sentire il più possibile che la loro abitazione sia al sicuro.

 

·       Salute fisica

-       La salute fisica può essere messa a rischio durante e dopo le esperienze correlate alla vicenda del Superbonus 110%. Per quanto possibile, la persona a rischio deve cercare di mantenere un programma sano di alimentazione, riposo ed esercizio fisico. Le sostanze che sedano e intossicano (ad esempio alcolici) devono essere utilizzate con parsimonia, se non evitate del tutto.

 

·       Consapevolezza

-       Un approccio coscienzioso alla cura di sé può ridurre lo stress, la rabbia, la tristezza e l’isolamento che le persone coinvolte in problematiche legate al Superbonus normalmente vivono. Se le circostanze lo consentono, gli individui a rischio devono stilare e seguire un normale programma giornaliero, per esempio, alzarsi, fare la doccia, vestirsi, uscire e fare una passeggiata, preparare e mangiare pasti regolari.

 

Il coinvolgimento della comunità di appartenenza può essere fondamentale, anche se mantenere l’interazione sociale può essere difficile a causa di vissuti di colpa e sentimenti di vergogna.

Le persone possono preoccuparsi in continuazioni di conseguenze negative, è quindi utile che cerchino di pensare ad altre cose: leggere un romanzo, impegnarsi con le parole crociate o fare lunghe passeggiate. Le emozioni spiacevoli possono tipicamente essere “congelate” durante e dopo il trauma correlato al Superbonus e può essere un sollievo trovare iniziative che modifichino lo stato emotivo: ridere, guardare un film divertente, svolgere qualcosa di piacevole.

Sotto stress, le persone possono diventare irascibili anche con le persone a cui tengono di più. Ritrovare una gentilezza spontanea può essere una soluzione vantaggiosa per tutti e può aiutare a ridurre la disperazione e la passività che tendono a essere parte dell’esperienza traumatica conseguente a vicende legate al Superbonus 110% che non sono andate in porto.

 

Considerazioni conclusive

 

Quanto è stato presentato, su un piano prettamente descrittivo, pone la sindrome da Superbonus 110% nell’ambito delle sindromi da stress acuto. L’auspicio, da un punto di vista clinico, è che la sintomatologia non si prolunghi oltre un mese dando altrimenti luogo alle forme croniche della sindrome e, ancor di più, che non assuma la configurazione di un disturbo da stress post-traumatico, qualora le conseguenze portino a un evento traumatico vero e proprio.

Al fianco delle considerazioni di tipo descrittivo, necessarie perché questa nuova sindrome da stress possa essere riconosciuta, è utile presentare delle considerazioni che possano servire come prevenzione nei confronti di questa patologia.

L’Homo sapiens sapiens da quando, dopo circa 30.000 anni, è diventato Homo consumens, secondo la definizione di Bauman (2007), deve saper affrontare il paradosso della libertà di consumare cosa, quanto e come vuole, ma di essere in realtà “costretto” a consumare se vuole rimanere nella società che si autoalimenta appunto di consumo, per evitare di essere escluso e diventare un po’ alla volta un emarginato.

Questa modalità comportamentale, se si manifesta nel pagamentoa rate degli abbonamenti alle pay TV, nell’acquisto a rate delle vacanze estive, dell’automobile o di altri oggetti (per esempio, pc, smartphone, tablet ecc.), pur mettendo a rischio il benessere economico di un individuo, lascia dei sufficienti margini di recupero. Quando, invece, la posta in gioco riguarda la propria abitazione, oltre al significato simbolico che la propria casa rappresenta, il rischio di compromettere in modo significativo la propria tranquillità economica diventa importante.

Come si possono avere elementi cognitivi ed emotivi che siano di aiuto in queste situazioni?

Lo psichiatra inglese, Jeremy Holmes, fornisce – per spiegare una sua teoria–l’esempio della scacchiera. Nel gioco degli scacchi – afferma Holmes – ogni pezzo ha uno schema che ne determina la possibilità di movimento: «il cavallo si può muovere solamente a “L” (due passi e un passo), il pedone solo di una casella in avanti, l’alfiere in diagonale ecc.». Lo psichiatra inglese continua il suo esempio dicendo che dal momento che la partita è iniziata i trentadue pezzi vengono disposti progressivamente secondo un “progetto” del giocatore, che ha il vincolo di dover rispettare le possibilità di movimento dei singoli pezzi. In questo modo progressivamente la disposizione sulla scacchiera riduce i gradi di libertà di movimento dei singoli pezzi (le case disponibili) ebenché l’alfiere possa muoversi in diagonale senza limitazioni, dovrà fermarsi quando incontrerà una casa occupata da un altro pezzo (Holmes 2022, XI). Questo esempio della scacchiera rappresenta i due principali vincoli allo sviluppo: quello relativo ai limiti intrinseci al singolo pezzo e quello relativo alla nicchia ecologica che si è venuta a costruire nel corso della partita.

Abbandonando la metafora e trasferendo questo esempio alla vicenda che riguarda la persona che ha sviluppato la sindrome da Superbonus 110%, si può vedere che si tratta di un “sistema” che ha dei propri vincoli interni rappresentati dal desiderio di restaurare o abbellire la propria casa, dal sentimento di fiducia di riuscire a realizzare il sogno personale e della propria famiglia senza spendere praticamente nulla, dal voler dimostrare ad amici e familiari che si possiede una casa moderna e con rifiniture lussuose.

Questo sistema interno interagisce con l’ambiente esterno che, a sua volta,possiede dei propri vincoli come, ad esempio, il fatto che la documentazione necessaria debba essere completa e corretta, che le banche cedano i crediti, che le ditte inizino i lavori nei tempi previsti, le aziende non siano inadempienti e rispettino il contratto continuando a lavorare. Se, invece, procedono lentamente lasciando i ponteggi e i cantieri aperti e,nel frattempo, si indebitano con le banche oppure se prendono ulteriori finanziamenti, a tassi però molto più alti di quelli concordati … alla fine le imprese, specialmente le più piccole, rischiano di fallire. C’è, infine, un ultimo vincolo esterno che è dato dal rischio che l’Agenzia delle Entrate possa contestare laspettanza della detrazione e del credito.

La responsabilità finale ricade sul beneficiario committente del Superbonus ovvero sul proprietario dell’immobile;questo vale anche qualora l’infrazione, o il solo l’errore, sia stato commesso dal tecnico professionista.

Dicendola diversamente si può affermare che l’individuo appartenente alla “specie umana” è strutturato in modo da riuscire a interagire solo con alcuni elementi dell’ambiente esterno, non con tutti! Una persona non può conoscere tutte le caratteristiche dell’ambiente esterno, ma sarà preparata a interagire con alcune mentre con le altre imparerà a rapportarsi grazie alle esperienze che farà nel corso della propria esistenza; esperienze che però non debbono essere troppe “costose”, secondo tutti i significati del termine.

Freud ha ipotizzato due processi di funzionamento mentale profondamente diversi: il processo primario e quello secondario.Il primo si riscontra nei processi alterati di coscienza, come il sogno, oppure nelle psicosi, ed è caratteristico dei livelli infantili dell’organizzazione della mente; ha lo scopo di procurarsi una gratificazione immediata. Il secondo, invece, è presente nelle condizioni di veglia, è asservito all’Io a supporto dei processi percettivi, della consapevolezza, del contenimento dell’eccitazione pulsionale interna e mira a una gratificazione differita; è il risultato dell’amara esperienza delle limitazioni della realtà.

Secondo i modelli freudiani “economico” e “dinamico” nel processo primario l’energia fluisce liberamente passando da una rappresentazione all’altra, perseguendo il principio di piacere, mentre nel processo secondario l’energia viene “legata” allo scopo di non lasciarla scorrere in modo incontrollato.

In sintesi chi, per qualsiasi motivo, decide di intraprendere il percorso della legge n. 77/2020, deve cercare di utilizzare il processo secondario, che ha la funzione di controllare, dirigere, limitare, rinviare e deviare i processi di pensiero, secondo le esigenze dell’impatto con la realtà. Favorisce l’adesione al principio di realtà che consentirà che i processi previsionali del funzionamento mentale, utilizzati da chi si avvicina al Superbonus 100%,funzionino meglio riducendo il rischio di commettere errori che possono risultare catastrofici.

 

 

Bibliografia

 

American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Fifth Edition, Text Revision (DSM-5-TR). Washington, D.C.: APA, 2022

Bauman, Z. Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi, Edizioni Erickson, Gardolo (TN), 2007.

Holmes, J. Il cervello ha una mente propria, Raffaelo Cortina Editore, Milano, 2022.

 

Riproduzione riservata

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*Psichiatra, psicoanalista, docente universitario. Socio PRUA.

https://www.associazioneprua.it/socio-salvatore-capodieci/

 

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