Il fedele Ussaro
C'era una volta un fedele Ussaro che amò la sua ragazza per un anno intero. Un anno intero e molto altro:non c'era fine all'amore. Il ragazzo andò a combattere in un paese straniero, ma nel frattempo la sua ragazza si ammalò così tanto fino a morire. E quando il ragazzo ricevette il messaggio che il suo amore più caro stava morendo, lasciò le sue cose e raggiunse il suo amore.
“Oh, madre, porta presto una luce, il mio amore sta morendo e non la vedo.” E quando arrivò dal suo tesoro, le diede la mano molto dolcemente, tutta la mano e molto altro ancora: non c'era fine all'amore."Ciao, mio caro!Che ci fai qui a letto da sola?""Grazie, mio fedele ragazzo! Questo letto, con me sopra, presto significherà: nella tomba! Ciao, mio bravo ragazzo.Voglio andare in una tomba fresca.”
"Oh no, mia cara bambina,non così presto, perché siamo due innamorati: oh no, carissima, l'amore e la lealtà devono durare più a lungo.”La prese subito tra le braccia ma si accorse che era fredda e non calda. "Presto, presto portami una luce!Altrimenti il mio tesoro morirà e nessuno la vedrà.”
Quando la ragazza morì, la misero sul banco del funerale. “Dove posso trovare sei ragazzi giovani?Chi seppellirà il mio amore più caro? Da dove prendiamo sei portatori?Sei ragazzi di fattoria sono così difficili da trovare. Devo trovare sei buoni Ussari per portare a casa il mio dolce amore.Ora devo indossare un vestito nero e un cappello nero, simboli di un mio grande dolore. Un grande dolore e molto altro.”
Il dolore non finisce mai.
Avrei potuto farne uscire altri. Avrei potuto salvarne altri. Non so, se soltanto io… avrei potuto salvarne altri. Se avessi avuto più denaro. Ho buttato tanto di quel denaro, lei non ne ha idea, se soltanto io… non ho fatto abbastanza. La macchina, Goeth l’avrebbe comprata, perché l’ho tenuta? Dieci persone per questa, dieci persone per quest’auto, dieci persone in più. Questa spilla: due persone; questo è oro: due persone in più. Me ne avrebbero date due o almeno una. Me ne avrebbero data una, una in più, una persona in più. Avrei potuto avere una persona in più, e non l’ho fatto. Non l’ho fatto.
Avrei potuto salvarne una in più.
Sabato mattina
Sei morta di un sabato mattina e ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l’ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita: magari non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola; gli preparo colazione, pranzo e cena ogni giorno. Sto molto attento, lui si pettina i capelli e si lava i denti ogni giorno; gli insegno a giocare a ping-pong: è molto bravo. Peschiamo tanto. Ogni sera penso com’è intelligente: saresti fiera di lui, io lo sono. Sai, ti ha scritto una lettera. Dice che non posso leggerla, non devo farlo, perciò la lascio qui per te, Jenny. Non lo so se mamma aveva ragione, se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza. Ma io credo: può darsi le due cose, forse le due cose capitano nello stesso momento. Mi manchi tanto Jenny.
Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano.
vavinildolore (*)
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(*) vavin è lo pseudonimo di un autore noto al responsabile del blog
Vavin ci stupisce ancora con una struggente miniatura sul tema della fragilità umana e del dolore. Una sensibilità che riscopriamo quando gli eventi ci toccano personalmente, scuotendoci dalla generale indifferenza ai sentimenti degli altri. Pensavamo che la pandemia ci avrebbe migliorato ma non è stato così e continuiamo a voltarci dall'altra parte.
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