Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene , Musei Vaticani |
di Massimo Pullara (*)
Il 2022 si apre, e non poteva essere altrimenti, ancora con l'incognita Covid. La pandemia ha già determinato molti cambiamenti e altri ne determinerà. La lotta è affidata agli scienziati e la vittoria anche al buon senso e alla prudenza delle persone. Mi fido molto più dei primi che dei secondi.
Ma non possiamo abbandonare confronto e considerazioni con e sulla vita di ogni giorno. E quindi tuffiamoci.
In Sicilia il 2022 porterà nuovamente, noi tutti, alle urne per due appuntamenti fondamentali. Elezione del presidente della Regione e del sindaco di Palermo. Il dibattito politico internazionale, e a cascata quello nazionale e locale, sembra ormai avere individuato nell'economia e nello sviluppo il suo obiettivo principale.
Giusto, forse...
“L'ansia da prestazione finanziaria” pervade ormai programmi politici e decisioni. Ma così come i teosofi sostengono l'origine unica di tutte le religioni, credo che l'origine del buon andamento della “res pubblica” (economia compresa, dunque) sia da ricercare nella comprensione e nell'attuazione dei criteri che derivano da un'unica domanda: come deve realizzarsi concretamente la Giustizia nello Stato ideale? Una domanda che, evidentemente, ci conduce al pensiero filosofico di Platone.
La questione è complessa. Lo era già nella mente di Platone.Una questione che richiede approfondimenti di altri concetti: la natura dell'anima, l'educazione, le forme di governo, il rapporto tra violenza e potere. Tutti temi che il sommo filosofo affronta nella “Repubblica”.
Quali di questi concetti, oggi, guida gli “aspiranti amministratori”?
Credo che a questi concetti gli elettori debbano tornare a fare riferimento per le loro scelte. Potranno detenere il Potere, dice Platone, solo quanti conoscono il Bene, l'idea più alta che si possa conoscere attraverso l'anima razionale. Il Bene è una unità, come lo sono i cittadini: pur essendo noi tutti diversi, dobbiamo diventare una comunità unita dal sentimento morale.
Siamo pronti? Siamo capaci? Qual è la strada da percorrere per raggiungere questo obiettivo? Cosa devono fare coloro che si presenteranno innanzi a noi per chiedere la nostra fiducia, il mandato ad amministrarci? Cosa dobbiamo pretendere da loro?
Sono queste, a mio parere, le domande che dobbiamo formulare e sulle quali dobbiamo pretendere risposte chiare, accompagnate dall'indicazione degli strumenti che si intende utilizzare per il raggiungimento di questi obiettivi. Il resto, finanza, economia, sviluppo, cultura, non potranno che essere una naturale conseguenza.
Tre i fari la cui luce sembra avere determinato, fino ad ora, le scelte di molti politici e amministratori (e il riferimento, questa volta, è ai sofisti): lo Stato ha motivo di esistere solo in quanto strumento al servizio del singolo; il potere politico deve essere una forma per tenere sotto controllo il rischio della violenza; è buono tutto ciò che è utile.
Questa strada deve essere abbandonata. Contro questi tre assiomi bisogna opporre, e torno così a Platone, il concetto di una Giustizia valida sempre e per tutti. Lo Stato non può mutare linea a seconda degli interessi particolari di un singolo o di una classe sociale, ma a seconda degli interessi dell'intera comunità.
Platone non era certamente un ottimista riguardo la condizione umana. Credeva che discordia civile, lotte intestine ed egoismi personali fossero connaturate alla società.
Chi oggi potrebbe affermare il contrario?
Perchè esista uno Stato ideale, una Città ideale, è dunque necessario che ognuno di noi venga “educato”.
L'educazione (dal latino educere, "tirar fuori, allevare") è un insieme di processi volto a favorire e orientare la crescita della persona verso l'autonomia, la responsabilità personale e la completa socializzazione; a promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche e delle qualità morali di una persona.
Solo così potremo eliminare alla radice egoismi ed interessi personali.
L'educazione al centro di tutto.
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(*) Giornalista professionista. Socio PRUA.
Grazie Massimo, per aver considerato in modo competente e approfondito la questione centrale alla radice del malessere della società.
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