New York, 8 dicembre 1980
Che bello passeggiare sottobraccio al tuo uomo. Tornare a casa a piedi dopo un bel pomeriggio passato a fare ciò che a noi piace di più: comporre e suonare musica. Che giornata meravigliosa. Gli alberi del Central Park sono colorati di tutte le sfumature del bruno e del giallo e sembrano una tavolozza vivente che la brezza di quest’ora rende ancora più brillante. Oggi, è stata una giornata stancante, ma bella, prima le foto, poi l’intervista, infine la sala di registrazione. La canzone l’abbiamo scritta insieme ma deve ancora essere migliorata e lui sta facendo un gran lavoro al missaggio. Siamo a due passi dalla portineria di casa. Chi è che grida il suo nome? Cosa sono questi colpi? Che succede? Perché cadi a terra? Oh Dio, che succede? Cosa è tutto questo sangue? Perché non parli? Perché non…? Perché?
Che bello passeggiare sottobraccio alla tua donna. Che giornata intensa abbiamo avuto oggi. Dapprima quelle foto con quella fotografa. Brava, sì, ma non mi è piaciuto che non volesse farmi la foto per la copertina insieme alla mia donna; ho dovuto insistere: o con lei o niente foto. Alla fine, si è convinta, speriamo che pubblichi quella giusta. E poi l’intervista. Ho perso il conto di quante interviste ho fatto. Di tutti i generi e tipi, ma adesso basta sceglierò solo quelle nelle quali mi faranno dire solo le cose che più mi piacciono. Basta con il mio passato: conta solo il futuro. Che meraviglia questi alberi del Central Park; i loro colori sono magnifici. Un giorno o l’altro ci dovrò scrivere una canzone. Chi grida il nome? Cosa sono questi colpi? Che succede? Perché mi manca il respiro? Cosa è tutto questo dolore nelle spalle e nel petto? Non mi reggo. Tienimi tu cara, tienimi, cado. Non ti sento più. Vedo gente gridare ma non capisco cosa dicono e tu, amore mio, perché piangi disperata? Perché?
Che bello vederli passeggiare sottobraccio, l’uno con l’altra. Stanno tornando a casa, li aspetterò lì davanti per dire a lui che è il mio idolo e che non posso vivere senza lui senza lui senza lui senza lui. Questi alberi qui, perché non smettono di fare questo stupido rumore? Mi danno fastidio. Non li sopporto, con tutti questi colori, non li sopporto. Domani verrò e li taglierò. Poi andrò a casa e mi ascolterò il suo disco, quello che stamattina, uscendo da casa, mi ha autografato in copertina. Eccoli, stanno entrando, ora grido il suo nome. Ho già in pugno la mia calibro 38. Sparo, uno, due, tre, quattro, cinque colpi. Ecco è caduto. Ma cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Perché gridano tutti? Perché mi urlano contro? Perché?
Era già sera ma su New York scese una notte fonda. Anzi, la notte scese su tutto il mondo. Era appena stato ucciso un grandissimo musicista. Grande quanto Ludwig van Beethoven o Miles Davis o Bob Dylan. Era già grande e non serviva la sua scomparsa per farlo ancora più grande; la sua morte così violenta e incomprensibile ci ha privato di chissà quanti brani meravigliosi ancora. Meravigliosi quanto quegli alberi colorati del Central Park. Ma perché?
Perché?
Cosa? Ti faccio ministro e te ne vai? Ma dove? Mi lasci dopo pochi anni? Abbiamo ancora tante cose da fare insieme, non siamo che solo all’ inizio. Si, abbiamo avuto qualche divergenza, ma perché te ne vuoi andare? Vuoi fare un altro giro in moto? Vuoi fare il medico? Lo so, lo so, non l’ho dimenticato che sei laureato in medicina. Ma il medico l’hai fatto tempo fa e poi hai fatto altro nella tua vita. Conosci meglio un mitragliatore che il corpo di quelli cui hai sparato. E poi, perché rinunci a questa vita che poi non è così tanto male? Abbiamo donne, denaro, potere e siamo convinti di dovere e potere portare questo paese a condizioni più umane per tutti. C’è ancora tanta gente che merita una vita migliore. Lo so, anche altrove, ma dove vuoi andare? In Congo? E poi? Bolivia? Si, si, non lo dirò a nessuno, ma dimmi almeno il perché. Perché hai intenzione di abbandonare l'isola e di andare a combattere altrove per la rivoluzione. Ho capito che altri Paesi nel mondo hanno bisogno dei tuoi sforzi, del tuo aiuto, ma c’è proprio bisogno di lasciarmi, di dimetterti da tutte le cariche che occupi, nel governo, nel partito, nelle forze armate? Vuoi anche rinunciare alla cittadinanza per i tuoi meriti nella rivoluzione? Dimmi perché. Perché?
Perché?
vavinilperché
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(*) Vavin è lo pseudonimo di un autore noto al responsabile del blog
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