28 novembre, 2021

Perchè Omicron ?

Perchè “Omicron” ? Tra tante preoccupazioni, qualche curiosità.

rassegna a cura di Luigi Sanlorenzo

 

"L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che la nuova variante del coronavirus si chiamerà «omicron» e rappresenta una variant of concern su cui vigilare. “La designazione – spiegano gli esperti dell’Oms – implica che gli stati dovranno condividere le sequenze virali, segnalare i nuovi focolai all’Oms e studiare sul campo e in laboratorio l’impatto, l’epidemiologia, la severità e l’efficacia delle misure di salute pubblica”. Il nuovo ceppo spaventa epidemiologi e semplici cittadini in tutto il mondo, e ha già causato la sospensione dei voli dal Sudafrica e dagli altri stati della regione.

Ad individuarla per primi sono stati i sanitari della regione sudafricana del Gauteng, l’area di Pretoria e Johannesburg. I bollettini parlano di circa cento casi accertati più un migliaio in attesa di conferma. Altri sono stati individuati in Botswana, Israele, Belgio e a Hong Kong.

A preoccupare è la velocità con cui si sta allargando il focolaio del Gauteng, dove la omicron è stata isolata il 12 novembre.

Fino a pochi giorni fa, il Sudafrica aveva un numero bassissimo di nuovi casi, qualche centinaio su una popolazione simile a quella italiana. In una settimana, il numero di nuovi casi giornalieri è salito fino ai 2800 di ieri, per tre quarti concentrati nel Gauteng. Il sospetto è che le 50 mutazioni presenti nel ceppo omicron, di cui 30 sulla proteina spike con cui il virus aggancia le cellule, gli abbiano conferito una trasmissibilità superiore.

E che lo abbiano messo in condizione di reinfettare persone provviste degli anticorpi da malattia o da vaccino efficaci contro le varianti tradizionali. Tra i primi casi, in Botswana e a Hong Kong, figurano infatti persone pienamente vaccinate. Sarebbe lo scenario peggiore, tra quelli possibili: una nuova variante in grado di vanificare tutti gli sforzi fatti sin qui, di fronte alla quale sia la popolazione vaccinata che quella guarita risulterebbero vulnerabili.

Lo spavento è tale che il ministro della salute Roberto Speranza già al mattino aveva chiuso gli aeroporti italiani ai voli provenienti da Sudafrica, Malawi, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini, in attesa di saperne di più. «I nostri scienziati sono al lavoro per studiare la variante B.1.1.529.

 Nel frattempo massima precauzione», ha detto il ministro. È una mossa disperata, perché la variante omicron potrebbe essersi già diffusa in altre aree del mondo. Germania e Francia lo hanno seguito a ruota. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiesto agli altri stati membri di fare altrettanto (mentre ieri sera le restrizioni ai voli sono state decise da Usa e Canada) dopo un vertice con sanitari e con le industrie farmaceutiche che producono i vaccini. “Condividono le nostre preoccupazioni” ha detto von der Leyen. “I contratti dell’Ue con i produttori prevedono che i vaccini siano adattati immediatamente alle nuove varianti man mano che esse emergono. L’Europa ha preso le sue precauzioni”.

Anche all’OMS la variante desta preoccupazione. Ma l’appello a chiudere le frontiere non è condiviso. “Le restrizioni agli spostamenti non sono raccomandate” ha detto il portavoce Oms Christian Lindmeier. “L’Oms invita i paesi a applicare un approccio scientifico e basato sul rischio nei provvedimenti relativi agli spostamenti”

Le massime competenze nella sorveglianza virologica sono concentrate nel Regno Unito, dove sono state identificate gran parte delle varianti pericolose. Sulla omicron gli epidemiologi britannici invitano a evitare valutazioni affrettate, in assenza di informazioni più complete. «Il significato di molte delle mutazioni osservate, e delle loro combinazioni, non è noto» spiega Sharon Peacock, diretttrice del consozio di genomica COG-UK e professoressa di salute pubblica e microbiologia all’università di Cambridge.

 “Vi sono studi in corso in Sudafrica per valutare la neutralizzazione degli anticorpi e l’interazione con le cellule T.Questi studi stabiliranno se c’è una riduzione dell’immunità in test di laboratorio, ma ci vorranno diverse settimane. Sarà anche necessario raccogliere dati sul campo per valutare la diminuzione della protezione da vaccinazione e da malattia. Non abbiamo dati su questi importanti interrogativi. Nel frattempo, le vaccinazioni devono procedere”

Anche François Balloux,  dello University College di Londra, non si sbilancia. «Si può prevedere che la variante aggiri l’immunizzazione fornita dai vaccini e dall’infezione» spiega. «Ma ogni stima della sua trasmissibilità e virulenza appare prematura».

Le vaccinazioni, appunto: l’emergenza di una nuova variante pericolosa in Africa sub-sahariana non sorprenderebbe nessuno, perché si tratta dell’area meno vaccinata del mondo. In Sudafrica, il paese dov’è arrivato il maggior numero di dosi, si è pienamente immunizzato solo il 23% della popolazione, ma negli stati circostanti le percentuali scendono sotto il 15% e quasi si azzerano nella zona equatoriale del continente.

Né il programma Covax dell’Oms né le donazioni dei paesi ricchi hanno permesso a forniture adeguate di vaccini di raggiungere questa parte del mondo, dove il virus circola più o meno liberamente accumulando mutazioni casuali e potenzialmente dannose. Per questo l’Oms aveva chiesto ripetutamente, e del tutto inutilmente, di ritardare i richiami vaccinali nei paesi avanzati finché almeno il 10% della popolazione fosse immunizzata in tutti gli stati del mondo."

 

https://ilmanifesto.it/la-variante-omicron-spaventa-il-mondo/

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"La nuova variante del Sars COVID 19 è stata chiamata così per non offendere la comunità cinese. È stato questo il criterio di scelta che portato l’Organizzazione Mondiale di Sanità a ribattezzare la nuova variante sudafricana “Omicron”.

Secondo l’ordine previsto dall’alfabeto greco dopo “gamma”, avrebbero seguito “Nu” e “Xi”. Stando a quanto scrive tuttavia il “telegraph” che ha riportato le fonti dell’Oms queste due lettere avrebbero generato confusione o assonanze che la Cina avrebbe potuto non gradire.

La scelta di saltare le lettere “Nu” e “Xi” sarebbe stata quindi dettata da criteri ben definiti. In particolare la lettera “Nu” avrebbe avuto un’assonanza marcata con “New” o meglio “Nuovo” in inglese. Tale somiglianza avrebbe generato una confusione non indifferente. La lettera “Xi” d’altro canto avrebbe ricordato troppo il presidente cinese Xi Jinping. In questo secondo caso dunque la scelta di non offendere un’intera comunità è stata evidente.

Nel frattempo questo criterio di scelta portato avanti da Oms ha scatenato ironia sui social. In particolare il senatore statunitense Ted Cruz su Twitter ha scritto: “Se l’Oms ha paura del partito comunista cinese, come possiamo fidarci che chiedano loro conto la prossima volta che cercheranno di nascondere una catastrofica pandemia globale?”.

Intanto si è allargata la lista dei Paesi che è stata colpita da almeno un contagio di variante Omicron. Dopo Italia, Belgio, Germania e Gran Bretagna,  anche in Repubblica Ceca è stato rilevato un primo caso. Ciò a partato diversi Paesi, Gran Bretagna e Israele in testa, a inasprire le misure anti-contagio al fine di contenere la diffusione del virus."

 

https://www.notizie.it/variante-omicron-il-significato-del-nome-ribattezzata-cosi-per-non-offendere-i-cinesi/?refresh_ce 

 del 28 novembre

 

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"Omicron è la quindicesima lettera, e quarta vocale, dell'alfabeto inglese., 14^ del latino e 13^ dell'italiano. Non ha equivalente in Ebraico il cui alfabeto, tranne un'eccezione, non ha vocali; corrisponde al fenicio ayn, che significa "occhio".

I Greci, per primi, lo usarono come fonema vocalico, aggiungendo alla omicron la omega, avendo la prima suono breve, la seconda suono lungo. In altri alfabeti si presenta con segni circolari, circolari doppi, losanghe, ecc. Questa vocale è l'esempio tipico di rotondità.

 Il valore numerico di questa lettera presso i Latini era 11, con un trattino sopra, 11.000. Per i Greci, la omicron con accento valeva 70, quella preceduta da virgola 70.000; la omega con accento valeva 80, preceduta da virgola 80.000. Parecchi popoli dell'antichità la ritenevano molto sacra. Nel Devanagari, i caratteri degli Dei, il suo significato varia, ma non possiamo qui dare degli esempi. Questa lettera era molto usata nelle abbreviazioni e nella epigrafia, con svariati significati.

Nella logica formale indica la proposizione negativa di un sillogismo, secondo la formula : asserit I, negat O, sed particulariter ambo. In musica indicava il tempo perfetto, in geografia sta per Ovest, in chimica è il simbolo dell'ossigeno e dell'ozono, in marina sta per "uomo in mare", in medicina designa gli agglutinogeni, in algebra sta per zero mentre in geometria indica un punto di riferimento, nell'Algebra di Boole è uno degli operatori fondamentali.

Questa vocale si trova spesso davanti ai cognomi irlandesi quasi sempre con il significato antroponimico di "discendente". In esoterismo, con un punto al centro, indica il sole, la cui forma circolare rappresenta la rotazione rapida ed il moto mai interrotto. Dovunque si trovino cerchi, ruote, dischi, essi sono simbolo del moto centrale, della vita dell'universo. Jhon Dee, nella sua Monade Geroglifica, dice che "il Sole possiede la dignità suprema (per eccellenza), noi lo contrassegniamo con un cerchio completo e con un centro visibile".

"O'" è più tipicamente irlandese. Letteralmente si traduce come "discendente maschio di" e quindi il suo significato varia. Comunemente indica anche esso "figlio di", ma se ad esempio in famiglia c'era un personaggio particolarmente importante o popolare fra i membri del clan, allora poteva diventare "nipote di", "pronipote di", e così via.

I talismani delle Chiavi di Salomone sono tutti racchiusi in un doppio cerchio; i talismani circolari sono formati da cerchi (da uno a nove) ed anche le lettere sacre vengono talvolta presentate circoscritte da cerchi, all'interno dei quali si trovano simboli magici. Questa vocale la troviamo anche nell'Apocalisse con il significato simbolico di "termine, scopo finale delle cose". Essa si opponeva alla A, che era il principio, per cui quando si dovevano indicare i limiti della realtà si diceva "dalla alfa alla omega". I primi cristiani adoperarono molto queste lettere, sia nelle iscrizioni lapidarie che negli atti pubblici, quasi a significare "nel nome ed alla presenza di Dio". Lo si trova anche nelle sculture sacre, nei mosaici, negli affreschi delle catacombe. Per loro la formula era sacra ed inviolabile e valeva come il più solenne e tremendo giuramento."

 https://www.teosofica.org/it/materiale-di-studio/glossario/glossario/,32?alfa=O 


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 Concludo questa rassegna con le parole di Umberto Eco.

Del grande semiologo, filosofo e scrittore che tanto ci manca, ripropongo uno stralcio della lezione che il professore piemontese tenne all'Università di Pisa il 16 settembre del 2004, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del dipartimento di "Ingegneria dell’informazione: elettronica, informatica, telecomunicazioni” e che fu poi pubblicata su "Athenet. La rivista dell'Università di Pisa".

"Partendo dalla constatazione dell’enorme impatto che le nuove tecnologie hanno avuto sul nostro modo di comunicare e di vivere,  Eco sviluppò una riflessione dal titolo "La cultura è anche capacità di filtrare le informazioni", critica e spesso ironica sulle potenzialità e sui pericoli insiti nell’eccesso di informazioni che caratterizza la società contemporanea.

“È chiaro che oggi parleremo di informazione in quest’ultimo senso, come trasmissione di dati di qualche interesse collettivo, anche se più tardi ci tornerà utile ricordare l’altro significato.

 All’interno di questo significato di senso comune, un’altra distinzione che dobbiamo fare è quella tra messaggio e canale. Per discutere della situazione attuale dell’informazione dobbiamo considerare due fattori: l’organizzazione dei canali rispetto al passato e il numero - non la qualità o il contenuto, che in questa sede non interessano - dei messaggi trasmissibili.

 “…….A questo punto riprendo la nozione tecnica di informazione cui ho fatto cenno all’inizio, cioè come proprietà statistica che definisce tutto quello che potrebbe essere elaborato con la combinazione delle 26 lettere dell’alfabeto. In questo senso le vertigini non sono date dall’abbondanza dei messaggi prodotti, cioè dal Web, ma dalle possibilità consentite dal sistema. Nel XVII secolo gli intellettuali iniziarono a chiedersi quante dictiones, cioè quante parole, potevano essere costruite con le lettere dell’alfabeto, senza utilizzare ripetizioni.

Nel 1622 Pierre Gouldin aveva calcolato tutte le parole che si potevano comporre con 23 lettere, indipendentemente dal fatto che fossero dotate di senso e pronunciabili: aveva contato più di settantamila miliardi di miliardi di parole, per scrivere le quali sarebbero occorsi più di un milione di miliardi di miliardi di lettere. Immaginando di scrivere queste parole su registri di mille pagine, ne occorrevano 257 milioni di miliardi; questi registri avrebbero potuto occupare più di 8 miliardi di biblioteche, ciascuna capace di ospitare 32 milioni di volumi.

Calcolando la superficie disponibile sull’intero pianeta, si potevano costruire solo 7 miliardi di queste biblioteche. Marin Mersenne aveva poi calcolato non solo le parole, ma anche i canti, cioè le melodie sull’estensione di 3 ottave con l’utilizzo di 22 suoni. Ebbene, per annotare tutti i canti che si possono generare con tutte le combinazioni sarebbero occorse più risme di carta di quante ne sarebbero servite, secondo i calcoli del tempo, per colmare la distanza tra Terra e cielo. Inoltre, volendo scrivere tutti questi canti con un ritmo di 1.000 al giorno, sarebbero serviti 22 miliardi e 600 milioni di anni. Questa notizia dovrebbe dare molta speranza ai musicisti e convincerli che non c’è bisogno di copiare le canzoni!  Per reagire alle vertigini provocate dal sistema, dunque, io ho la sola possibilità di elaborare dei criteri di selezione.

Ancora una volta la questione fondamentale riguarda il filtraggio, non nel senso di censura esterna o politica, ma come senso della responsabilità personale, come filtro del singolo per non soccombere di fronte alla sterminata mole di informazioni della nostra società. Ma su questo piano io, come moltissimi altri, navighiamo verso il futuro con tante legittime preoccupazioni e con poche soluzioni da suggerire.”

 Testo completo su

https://www.unipi.it/index.php/news/item/7334-la-cultura-e-anche-capacita-di-filtrare-le-informazioni

Mentre sull’ evoluzione futura della pandemia attendiamo quell’ Omega che forse non ci sarà mai, cerchiamo, intanto,  di capire almeno ciò che sta dietro le troppe “parole in libertà” in cui il mondo sembra ormai annegare.

Et de hoc satis !


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(*) Giornalista e saggista. Presidente Associazione PRUA

http://www.luigisanlorenzo.it/


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