Amico
Aggrappati
tieniti forte aiuto che mare non lo avevo mai visto così così nero così brutto
il vento che ti frusta le orecchie che non senti altro che un fischio terribile
e Lampedusa è ancora lontana ma quando si arriva non si arriva mai ma perché mi
sono deciso che ci sto a fare qui ho freddo c'è buio sono bagnato e ho paura la
cima tiene speriamo che regga sto male mi viene da vomitare ma non posso farlo,
non spingere che mi butti fuori attento quest'onda è alta attento ma quando
arriviamo che poi tutto cambia e staremo meglio staremo meglio di sicuro
altrimenti perché saremmo qui ce l'hanno promesso staremo meglio si sta meglio
e poi vedrai che ci raggiungono anche gli altri attento tieniti aiuto no no
aggrappati questa è ancora più alta aiuto ci rovesciamo tieniti forte a me afferra
la cima c'è un remo prendilo attento dove sei dove sei dove sei aiuto ma perché
ma perché dove sei vomito l'acqua salata che schifo dove sei dove sei non te ne
andare non ce la faccio non ce la faccio aiuto cosa c'è chi mi prende cosa
succede aiuto aiuto forza tirami su aiuto.
Amico
prendi anche gli altri ti prego...
Siciliani
Supplico
te nostra Santuzza che ci hai liberato già una volta dalla peste liberaci anche
oggi dalle malattie liberaci dalla intolleranza che ci fa credere migliori di
chi ha la pelle diversa dalla nostra liberaci dall’ignoranza che ci fa credere
superiori agli altri liberaci dalla violenza che rende ciechi e cattivi
liberaci dalla noia che ci rende insopportabili liberaci dalla povertà di
spirito che ci rende invidiosi liberaci dall'angoscia che ci rende depressi
liberaci dall’irriconoscenza che non ci fa amare i nostri vecchi liberaci dalla
tristezza che ci rende tristi e dalla scortesia che ci rende animali Santuzza
nostra facci tutti minatori in belgio o sguatteri in svizzera o mandriani in
argentina facci sorridenti e gentili sani e savi.
Rendici
Siciliani.
Caldo.
Faceva
un caldo terribile, un’afa mai vista. La stradina sterrata di campagna, poco
più di un viottolo, era assolata e l’assoluta mancanza di vento e di una
qualche pianta nei dintorni, la rendeva ancora più torrida.
Solo
un ulivo, di lato alla stradina, tentava di fare ombra ai numerosi sassi presenti,
ma non poteva attenuare la calura complessiva di quella giornata.
Da un estremo della
stradina, da una curva, sbuca un carretto. Era un piccolo carretto, vecchio,
malandato, trainato da un mulo e, a cassetta, un anziano contadino.
“Che
caldo terribile non ce la faccio più in che condizioni arriverò a casa anzi ci
arriverò o cadrò in terra senza più alzarmi non ho neanche dell’acqua da bere e
ho una sete ah come vorrei essere steso sulla paglia a casa mia fresca con un
bellissimo secchio d’acqua accanto nel quale tuffare la testa di tanto in tanto
e invece mi tocca essere qui con questo carretto che pare non ne voglia più
neanche lui e che prima o poi si romperà tutto più prima che poi con neanche un
minimo di refrigerio di frescura cosa vedo da lontano chi si sta avvicinando forse
è Turi con quel suo carretto vecchio ma sempre meglio di questo e con il suo
asino a tirarlo ma quando ci incroceremo non ci sarà lo spazio per passare
tutti e due io di sicuro non mi fermo non posso stare qui ancora o fare largo
ad altri figurarsi poi a quell’asino si dovrà fermare lui e mi dovrà fare largo
per passare non ho nessuna intenzione di rischiare di lasciare la strada e poi
magari non riesco più a rientrare nel viottolo no non se ne parla nemmeno e
adesso siamo venti metri l’uno dall’altro e lui non si ferma né si scosta per farmi
passare che facciamo perché nessuno decide cosa fare ma cosa sto sentendo devo
fermarmi e fare passare Turi e mi ha dato dello stupido di un mulo a me nessun
padrone aveva mai detto stupido di un mulo specie se è seduto a cassetta e mi
tira le redini”.
Faceva un caldo
terribile.
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(*) vavinilmaleoscuro è lo pseudonimo di un autore noto al responsabile del blog
Il mondo e le persone sono pieni di sorprese,come quella che ho provato leggendo questo articolo dall'ardita sperimetazione linguistica e tanta, tanta tenerezza ! Grazie.
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