16 dicembre, 2021

Miniature 6

 





Autopilota

Mi è capitato spesso, nei miei viaggi, di rientrare verso casa guidando da solo in macchina con la radio accesa su programmi vari (di musica o di approfondimento giornalistico) e di fare andare la mia mente e i miei pensieri senza tenere conto di ciò che avveniva intorno a me. Avevo inserito una sorta di autopilota che guidava al posto mio, come se nel mio cervello una serie di piccoli giapponesini si desse da fare comandando le mie braccia, le mani, i piedi, gli occhi e a guidare in mia vece.  Mettevo la freccia, sorpassavo le auto, acceleravo, rallentavo, curvavo, senza che la mia mente fosse realmente interessata a tutto ciò. Poi, improvvisamente, mi ritrovavo alla fine del viaggio, a destinazione e… mi svegliavo. A volte invece capitava che, ad un certo punto, incrociavo un notevole traffico ed ecco che, improvvisamente, mi destavo dal mio apparente torpore. La mia mente metteva in stand-by i giapponesini e cominciava a ragionare, pensare, calcolare: quale altra strada prendere, meglio a destra o a sinistra,quale altro traffico posso incontrare, conviene rimanere nella stessa direzione? Come se avessi due cervelli o due sistemi di pensiero: uno che opera in fretta e automaticamente con poco o nessuno sforzo e nessun senso di controllo volontario, l’altro (inizialmente pigro) che si attiva solo quando c’è da ragionare, calcolare, fare scelte con approccio basato sul rischio. Ma se il mio primo cervello è governato da minuscoli giapponesini, nel secondo chi c’è?

Maledetto Kahneman.

 

 

Un mondo colorato

Viviamo in un mondo colorato. Tutto intorno a noi è colorato: verde, blu, giallo… tutti i colori dell’arcobaleno e anche oltre. Non ricordo più quanti milioni siano i colori esistenti anche se tutti derivano da pochi di essi, quelli primari più comuni o diffusi, con tutte le loro sfumature, ovviamente.

Ieri sono uscito di casa e sono andato a fare la spesa, incrociando un mio vicino di casa che pare non abiti nemmeno nel mio stesso condominio, tanto si tiene distaccato da tutti, non parla con nessuno, non partecipa alle riunioni di condominio e non vuole alcun coinvolgimento; appare spesso come represso e stanco: cammina sempre vestito di grigio.

Poi, la commessa del supermercato, alla cassa, non ha smesso un attimo di parlare con tutti gli avventori e, se il caso,litigare benevolmente con loro, a indirizzarli verso gli scaffali giusti, a colloquiare ed a bacchettare i suoi colleghi; ma dove la prende tutta questa energia? Ci scommetto che, a letto, sbrana e dissangua il suo uomo. Sarà per questo che è sempre vestita di rosso?

Finita la spesa vado dal barbiere; c’è poca gente e non devo aspettare molto e nel frattempo lui governa al meglio i presenti. Dice loro dove sedersi, come indossare le mascherine, racconta a tutti i suoi anni giovanili nell’esercito trascorsi con fermezza, poi l’apertura della bottega, la resistenza ai cambiamenti politici italiani, la costanza nei suoi punti di vista, esprimendo auto-affermazione, auto-stima e sicurezza di sé. Inutile dire che il suo camice è verde.

Terminato dal barbiere, lì vicino c’è l'ambulatorio del mio medico di famiglia e mi ci reco per alcune ricette e per un controllo. Mi accoglie benevolmente, con calma, cominciandomi a visitare, senza mostrare ansia o preoccupazione. Il mio polso, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca forse non sono buoni, ma sembra che siano i suoi, tanto è tranquillo e calmo. Finisce la visita, usciamo insieme dal suo studio e lo accompagno alla sua nuova auto che mi mostra contento; ci salutiamo e va via. Non ho fatto caso alla marca dell’autovettura. Ricordo solo che era di un bellissimo blu.

Maledetto Luscher.

 


                                                                                            vavinilcurioso (*)



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(*) vavin è lo pseudonimo di un autore noto al responsabile del blog

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