Oggi è un buon giorno
“Buongiorno”, disse sorridendo il turista rivolgendosi nel corridoio, alla signorina delle pulizie dell’albergo che si accingeva ad entrare nelle camere vuote per rigovernarle.
“Buongiorno”, rispose con un sorriso la signorina. E sembrò stupita e meravigliata. Da quanto tempo non le capitava di essere salutata per prima? Da molto, così come da molto le capitava di essere lei a salutare per prima un cliente dell’albergo e di non ricevere né uno sguardo né tantomeno una risposta. Pochi si degnavano di considerarla come persona, con una sua storia, suoi sentimenti, suoi sogni e virtù. Il mestiere, diciamolo pure, umile ma dignitosissimo della donna delle pulizie, non si addiceva ad essere accomunato a quello, importante e significativo dell’uomo d’affari o della donna in carriera o del giovane di successo.
“Buongiorno”, rimuginò Clementina, che tale era il suo nome. E sorrise: quel giorno sarebbe stato veramente un buon giorno.
“Grazie” disse sorridendo il commensale, al cameriere che gli porgeva il piatto degli antipasti. Come “Grazie” aveva detto, poco prima, alla giovane cameriera che gli aveva portato una bottiglia d’acqua e gliela aveva aperta. Come risposte aveva ottenuto grandi sorrisi.
“Grazie” ripeté alla consegna del piatto di pasta che aveva ordinato e “Grazie” ribadì al servizio del dolce. Grandi sorrisi, come risposte, e sorrisi ricambiati.
In cucina, lo chef guardò il cameriere e la ragazza e li apostrofò: “Che avete tutti e due da ridere?”
“Niente, oggi è un buon giorno” risposero insieme, sorridendo.
Eppure…
Nella Storia, si annoverano numerosi personaggi: alcuni di grande spessore umano, altri di grande valore scientifico, altri ancora capaci di grandi visioni e prospettive. Poi ci sono altri che hanno speso la loro vita a rendere difficile la vita degli altri, a ostacolarla, a rovinarla, a terminarla.
Non sono pochi i personaggi che si sono macchiati di feroci genocidi. A partire da Erode, ma anche da prima, alcuni soggetti (mi viene difficile chiamarli “persone”) non hanno fatto altro che calpestare continuamente la dignità degli altri, fino a concepire ed eseguire veri e propri genocidi. Ecco, nonostante la mia naturale avversione per la pena di morte, forse per alcuni di questi soggetti non sarebbe così ingiusto dare loro una pena definitiva, così come loro l’hanno comminata a tante altre persone. Ovviamente, non sarà mai così: una Comunità etica e giusta non può permettersi di prefigurare tali scenari; anzi la forza di una società evoluta è proprio quella di non scendere al medesimo livello di tali soggetti.
Poi, ci sono quelli che, con una espressione usata e abusata, vogliono rammentarci, a giustificazione di qualcuno di questi soggetti, che “… comunque ha fatto anche cose buone”. Ecco, a costoro, vorrei rammentare che pure Jack lo Squartatore ha fatto anche cose buone.
Matteo 19,19
Intanto, un’altra
cattiva notizia tra le tante: poche parole, in un solo rigo, avrebbero
potute essere la nostra salvezza, la nostra riscossa di veri “homo sapiens” ma
non le abbiamo ascoltate. Sarebbe bastato seguire in maniera talebana (e mi
perdonerete l’accostamento, irriverente per i talebani) ciò che due mila anni
fa è stato scritto e ci è stato tramandato, ovviamente senza che fossimo riusciti
a farne tesoro: onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te
stesso.
E lo dico da laico e non da cristiano: se avessimo seguito sempre quelle poche parole non ci sarebbe stato bisogno di alcu codice civile o penale, alcun della strada, alcun codice tributario, tribunali, multe, condanne o carceri. La buona educazione ci avrebbe regolato da soli in un mondo in cui tutti avrebbero onorato le persone più anziane (e per simmetria, le più giovani) e considerando gli altri esseri umani come se stessi, nulla avremmo fatto al prossimo che non avremmo fatto a noi stessi. La nostra terra sarebbe ancora oggi un paradiso terrestre e non avremmo il pensiero al riscaldamento globale, alla tirannia delle mafie, alla schiavitù del capitalismo, alla violenza del potere.
Siamo ancora certi di essere creature razionali e pensanti, anzi “uomini sapienti”?
vavinilbuono
“Il fatto che l'uomo sappia distinguere il giusto dallo sbagliato prova la sua superiorità intellettuale sulle altre creature; ma il fatto che egli possa agire in modo sbagliato prova la sua inferiorità morale rispetto a qualsiasi creatura che non può farlo.”
RispondiEliminaMARK TWAIN